Quali sono le differenze infettive tra cateteri tunnellizzati cuffiati e non cuffiati? Per tunnellizzare è possibile usare un'agocannula lunga?
Nelle domande e risposte dell'ultimo GAVePed 2022 i relatori hanno fornito alcuni spunti utili anche in tema di cateteri tunnellizzati cuffiati (in questo articolo avevamo visto, invece, quelli riguardanti i CICC ecoguidati nel neonato).
Di seguito, ecco alcuni punti da considerare sul tema, secondo gli esperti.
Cateteri tunnellizzati cuffiati: alcune indicazioni
La prima risposta riguarda la possibilità o meno di utilizzare la tunnellizzazione senza cuffia e senza ancoraggio sottocutaneo (e, in caso, come fissare il catetere).
Per gli esperti, si può tunnellizzare il catetere e poi fissarlo con Statlock, Griplok o altro sistema sutureless ad adesività cutanea. Tuttavia, il rischio di dislocazione sarà ovviamente più alto rispetto ad un catetere che sia cuffiato o fissato con ancoraggio sottocutaneo.
Alla domanda riguardante l'utilizzo di un'agocannula lunga per la tunnellizzazione, i relatori rispondono che ciò è possibile, nonostante la lunghezza del tunnel sia però limitata. Inoltre, è necessario poi verificare che la cannula sia ampia a sufficienza, in modo da permettere il passaggio del catetere.
Altri spunti interessanti in tema di cateteri tunnellizzati cuffiati riguardano:
- differenze infettive tra cateteri tunnellizzati cuffiati e tunnellizzati non cuffiati: la presenza della cuffia non influisce sul rischio di infezioni batteriemiche catetere-correlate, ma può aumentare il rischio di infezioni del sito di emergenza (soprattutto se la cuffia è troppo vicina al sito di emergenza);
- riguardo al fatto se sia indispensabile un catetere tunnellizzato cuffiato per un paziente con esigenza di nutrizione parenterale totale a tempo indeterminato, al momento non ci sono dati per pensare che esso abbia una durata superiore (o inferiore) rispetto a un catetere tunnellizzato non cuffiato ma ancorato sottocute.
Per approfondire, qui puoi consultare il documento completo pubblicato sul sito GAVeCeLT.
La tunnellizzazione del CVC nel neonato e nel bambino
La tunnellizzazione del CVC può garantire diversi vantaggi per il neonato e il bambino.
Riprendendo alcuni spunti dalla presentazione di Mauro Pittiruti "La tunnellizzazione" (tenutasi anch’essa nel IV Convegno GAVePed 2022), ad esempio, è possibile ridurre il rischio infettivo:
- direttamente, allontanando il sito di emergenza da quello di venipuntura;
- indirettamente, spostando il sito di emergenza in sede meno contaminata.
Altri benefici concreti della procedura riguardano anche:
- riduzione del rischio di dislocazione (spostando il sito di emergenza in sede più stabile e lontano dalle mani del bambino);
- riduzione del rischio di trombosi venosa;
- manutenzione più semplice (spostando il sito di emergenza in uno stabile e pulito oppure in un sito più comodo per l'igiene personale del bambino e per altre sue attività).
Per approfondire i vantaggi della tunnellizzazione del CVC nel bambino e nel neonato (e i casi in cui è controindicata) trovi maggiori dettagli in questo articolo.
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